Neurostimolazione per la malattia di Parkinson con complicazioni motorie precoci
La stimolazione sottotalamica riduce la disabilità motoria e migliora la qualità di vita nei pazienti con malattia di Parkinson avanzata che mostrano gravi complicazioni indotte da Levodopa.
È stato ipotizzato che la neurostimolazione possa portare benefico in fasi più precoci della malattia di Parkinson.
In uno studio della durata di 2 anni, 251 pazienti con malattia di Parkinson e complicazioni motorie precoci ( età media, 52 anni; durata media della malattia, 7.5 anni ) sono stati assegnati in maniera casuale a neurostimolazione più terapia medica, o alla sola terapia medica.
L’endpoint primario era rappresentato dalla qualità di vita, valutata con l’uso dell’indice totale nel Parkinson's Disease Questionnaire ( PDQ-39 ) ( con punteggi da 0 a 100, e con i punteggi più alti a indicare una peggiore funzione ).
Gli esiti secondari maggiori includevano disabilità motoria parkinsoniana, attività della vita quotidiana, complicazioni motorie indotte da Levodopa ( valutati con l’uso della scala UPDRS ( Unified Parkinson's Disease Rating Scale ), parti III, II e IV, rispettivamente ) e il tempo con buona mobilità e assenza di discinesia.
Per l’esito primario di qualità di vita, il punteggio medio per il gruppo neurostimolazione è migliorato di 7.8 punti, e quello per il gruppo terapia medica è peggiorato di 0.2 punti ( differenza tra i gruppi nel cambiamento medio dal basale a 2 anni, 8.0 punti; P=0.002 ).
La neurostimolazione è risultata superiore alla terapia medica per quanto riguarda la disabilità motoria ( P inferiore a 0.001 ), attività di vita quotidiana ( P inferiore a 0.001 ), complicazioni motorie indotte da Levodopa ( P inferiore a 0.001 ) e tempo con buona mobilità e assenza di discinesia ( P=0.01 ).
Eventi avversi gravi si sono manifestati nel 54.8% dei pazienti nel gruppo neurostimolazione e nel 44.1% di quelli del gruppo terapia medica.
Eventi avversi gravi legati all’impianto chirurgico o al dispositivo di neurostimolazione si sono manifestati nel 17.7% dei pazienti.
Un pannello di esperti ha confermato che la terapia medica era in linea con la le linee guida pratiche per il 96.8% dei pazienti del gruppo neurostimolazione e per il 94.5% di quelli del gruppo terapia medica.
In conclusione, la stimolazione sottotalamica è risultata superiore alla terapia medica nei pazienti con malattia di Parkinson e complicazioni motorie precoci. ( Xagena2013 )
Schuepbach WM et al, N Engl J Med 2013; 368: 610-622
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